Durante il lockdown del 2020, mentre sistemavo un telo utilizzato come copridivano, mia madre mi si è avvicinata e mi ha detto: «non devi forzare il tessuto sul divano, lo devi accompagnare; la stoffa in generale non va stravolta, ti parla e ti suggerisce già lei che piega deve prendere».

In quel periodo ho realizzato “Achille”, utilizzando solo carta, colore acrilico e pochi punti di colla. Lì mi sono accorta che la carta destinata alla raccolta differenziata (strappata e spezzettata per diminuirne il volume) mi comunicava le stesse cose che la stoffa comunicava a mia madre.

In questo 2025 mi è capitato di riprendere in mano alcuni pezzi di carta, e questi, nel maneggiarli, mi hanno suggerito dei soggetti: non è stata un’operazione di assemblaggio, quanto piuttosto la visione di un potenziale nascosto dentro la fibra di cellulosa.

Portando avanti con calma questa mini serie mi sto accorgendo che i soggetti si stanno delineando attraverso un punto cardine: la trasformazione del corpo, caratterizzata da vuoti materici.



Achille (2020)



Achille (2020)



Cyborg (2025)



Cyborg (2025)




Ala (2025)



Ala (2025)

- Fotografie di Francesca Salamone -